Purple

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Purple, IMMAGINE ARTICOLO VAUDETTITutto quello che accade intorno a noi ha un impatto, e spesso siamo proprio noi con le nostre scelte a determinare come sarà la nostra giornata. E se questo fosse possibile a partire dai colori che indossiamo? 

Grigio, nero, rosso, giallo, blu? 

Sovente la scelta di indossare una certa sfumatura più che un’altra va a braccetto con l’umore e con la personalità. 

La cromoterapia è una disciplina olistica, secondo la quale i colori, con le loro diverse tonalità e gradazioni, sono in grado di influenzare l’ambiente circostante e i soggetti che ne fanno parte. La cura nella scelta dei colori può apportare, quindi, miglioramenti all’umore e anche alla nostra salute psicofisica. 

Viene da pensare a quali scelte cromatiche sia meglio non fare se si vuole che il proprio umore non venga condizionato in maniera negativa. Quali sono allora i colori da evitare? 

A dar retta alle superstizioni, alcuni sono meglio di altri, o al contrario portano decisamente sfiga. 

Prendiamo il caso del viola. 

Il viola nasce dall’unione del rosso e del blu e assorbe le loro energie. Il rosso è il colore della passione ed è associato in maniera semplicistica all’amore, il blu invece è il colore della saggezza e della pulizia. Il frutto della loro unione rappresenta simbolicamente il mistero, la magia, la metamorfosi e le facoltà mentali. Favorisce la calma, migliora la concentrazione e accresce l’ispirazione artistica, non per ultimo, è usato anche in campo medico insieme al blu per placare la fame e gli istinti eccessivi. Non solo. Pochi sanno infatti che è il viola il colore dell’eleganza e non il nero: stoffe, drappeggi viola erano tipicamente usati nelle dimore di nobili e intellettuali proprio per indicare uno status sociale o intellettivo superiore rispetto agli altri. 

Allo stesso tempo, il viola stimola il desiderio di creare dei legami, fisici o emotivi con le altre persone. 

Chi apprezza il colore viola, però, denota anche una predisposizione a essere lunatico e irrequieto; gestisce con difficoltà il lato emozionale; è complicato; prova in genere una passione per l’arte in tutte le forme in cui si manifesta e assorbe le sensazioni che provengono dall’ambiente e dalle persone che lo circondano. Un colore, insomma, con luci e ombre.  

Se ne parliamo a livello filosofico, al viola è associato il settimo chakra (Sahasrara), quello sulla parte più in alto del nostro corpo e che prende anche il nome di chakra della corona. Secondo questa scuola, questo chakra ha il compito di controllare la parte superiore della testa, il cervello e il nostro sistema nervoso, vi si collegano direttamente anche la spiritualità, la conoscenza pratica e quella trascendentale. Se questa via di passaggio viene bloccata, le cause sono da attribuire principalmente a quanto siamo legati alla dimensione terrena dell’esistenza; non c’è da stupirsi quindi che, per cercare di mandare via il senso di inadeguatezza, il malore sfoci nel tentativo di dominare e manipolare gli altri. Lo stesso pensiero diventa un’attività stancante: è consigliato in questi casi cercare di prendersi cura della propria parte spirituale e per farlo bisogna necessariamente sentirsi, senza imporsi nulla. 

Il viola porta male? Allerta spoiler: no! 

Tralasciando il fatto che oggetti, persone, animali e colori non possono in alcun modo portare male, bisogna ricercare l’origine di tale credenza. Il colore viola è considerato tabù per molti artisti, in quanto, nel medioevo, nel periodo della Quaresima gli spettacoli teatrali venivano proibiti e questo costringeva gli artisti a un’attività forzata per un periodo piuttosto lungo. Nonostante oggi non si verifichino più casi di questo genere, e la questione sia sconosciuta alla maggior parte degli artisti moderni, il viola viene volutamente evitato durante le esibizioni e in televisione, salvo non venga adottato come una provocazione nei confronti di chi crede nelle superstizioni. Più di una volta, per esempio, artisti famosi hanno rifiutato di esibirsi all’interno del Teatro Regio di Torino a causa del suo soffitto viola, e uno di questi è stato anche Luciano Pavarotti. 

In cristalloterapia le pietre viola esercitano una forte azione liberatoria e purificatrice, a livello emotivo si crede possano essere un aiuto nell’abbattimento dello stress causato dalle strutture sociali che ci circondano e che agiscono in modo diretto o subdolo su di noi. Di pietre viola ce ne sono diverse: l’agata viola, la ciaroite, l’ametrino, l’ametista.  

Quest’ultima, a livello fisico, agisce sul mal di testa ed emicranie e insegna a vedere i problemi nella giusta prospettiva. In fondo, con un’ametista si potrebbe trovare la via più semplice, senza complicarci inutilmente la vita. Perché non darle una chance? 

Elena Vaudetti 

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