Quarto anno in Quebec

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QUEBEC_CITY_2-900x470Sono già passati diversi mesi dalla mia partenza e sono passati velocissimi. Neanche mi immagino che l’anno prossimo tornerò alla realtà: dovrò dare di nuovo del lei ai professori, nelle verifiche di matematica non avrò diritto al sacro feuille des notes e in fisica non avrò più le formule scritte alla lavagna. 

Mi dico “vabbè”, dopo aver preso il diploma in Italia, tornerò in Quebec a fare l’università, ma non sarà più la stessa cosa. Abbandonare una routine così rilassata e priva di ansia da esame non mi sembra possibile, ma, d’altronde, sono praticamente obbligato. 

Ciò che più ho amato della scuola canadese è il non avere un gruppo classe fisso: in base alle scelte dei corsi fatte l’anno prima, si frequentano lezioni diverse con compagni diversi. Ma soprattutto, l’orario scolastico. Nella nostra scuola ci sono due lezioni mattutine di un’ora e un quarto ciascuna, con un intervallo di quindici minuti; la stessa cosa si ripete per il pomeriggio. La pausa pranzo inizia alle dodici e si conclude all’una e mezza; c’è una caffetteria dove puoi comprare panini e una mensa dove poi ordinare piatti completi, oppure decidere di consumare il pranzo preparato a casa. In più, la scuola non ha la responsabilità sui ragazzi, quindi, se si vuole, si può uscire a mangiare fuori o fare una passeggiata senza alcun tipo di problema.

Altri aspetti che ho trovato migliori della realtà canadese sono stati, ad esempio, la possibilità per i ragazzi minorenni di lavorare al pari degli adulti e la maggior indipendenza. Già all’età di quindici anni qui, i miei coetanei sono molto più indipendenti dalla famiglia che in Italia. La maggior parte dei miei amici ha o sta prendendo la patente e parte per viaggi in solitaria, anche lontano dal Quebec. 

Quello che mi ha colpito in negativo, invece, è il prezzo molto alto dei piani telefonici mensili. I costi variano molto in base ai giga richiesti, in quanto i minuti e gli sms sono praticamente sempre illimitati. Io, ad esempio, pago 60 dollari canadesi (circa 44 euro al mese) per un piano dati da 10 giga. Una cosa molto importante da tenere a mente, soprattutto se si abita in zone rurali, è che la scelta dell’operatore telefonico è vincolata alla residenza, in quanto i ripetitori sono privati e non tutte le compagnie ne posseggono negli stessi punti del territorio. In molti luoghi addirittura non prende il cellulare, i problemi con il wifi sono molto frequenti e la fibra ottica è molto cara e ancora poco utilizzata.

Consiglio a tutti, se ne si ha la possibilità, di scegliere il quarto anno all’estero, perché è un’esperienza indimenticabile che cambia la vita e il modo di pensare, e della quale, soprattutto, non si capisce l’importanza fino a quando non la si vive.

Jacopo Agazzini

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