Spleen

Tempo di lettura: 3 min
Gli Spleen sono una band rock/metal torinese, attiva tra la fine degli anni ’80 e quella degli anni ’90. Nati con Alessandro Fronte (chitarra solista) e due amici, Dante Bianchi (voce) ed Enrico Di Donato (basso), molto presto si allargano con Roberto Zisa (chitarra ritmica) e Giulio Buscaglione (batteria). Una curiosità sulla chitarra di Alessandro (una Fender Stratocaster American Standard rossa con battipenna bianco) è che essa riportava un adesivo figurante il simbolo del Tao, presente anche sulla maglietta che generalmente lui indossava nei concerti. Nella sua strumentazione hanno trovato posto nel corso del tempo una pedaliera Roland, uno Zoom 9002 e un Boss MT-2 (effettivamente il pedale da lui più usato). Con il passare del tempo il feeling tra i membri e la bravura del gruppo crescevano sempre di più, e la band aveva creato un repertorio di pezzi propri (le musiche erano soprattutto di Alessandro, i testi invece soprattutto di Dante). Nel 1992, in parte in sala prove e in parte a casa, la band registra finalmente il suo primo demo su cassetta con un registratore a quattro tracce, che conteneva le canzoni “Intro” (tratta da una canzone precedente, “Evocation”, mai registrata), “Storie del Senno di Poi”, “Vetri Colorati” (idea musicale di Dante), “Domani”, “Il Nemico” (musica di Roberto e ritornello tratto dall’ultima strofa dell’omonima poesia di Baudelaire), “Sentimenti”, “Spleen” (il cui testo è quello dell’omonima poesia di Baudelaire), “Ricordati di Te”, “Ballata” (un riarrangiamento rock di “Ballo in Fa Diesis Minore”, di Angelo Branduardi), “Uomini Fossili”, “Pensieri Prigionieri”. Nel frattempo iniziano anche a fare concerti in locali in giro per Torino, serate con rassegne di band, festival estivi (musicali e non), discoteche, eccetera. I posti dove suonavano più spesso erano i Murazzi, “El Paso” di Torino e la sala concerti della Dracma (finchè non è stata chiusa). Nel 1994 la band registra un secondo demo intitolato “Il Peso del Pensiero”, sempre su cassetta ma poi riversato su CD, stavolta però lo fa in uno studio di registrazione professionale a Collegno. Conteneva alcune delle vecchie canzoni più altre nuove, tra cui “La Guerra Delle Sensazioni”, “La Danza delle Marionette”e “Orgasmo”. Purtroppo però tra il ’94 e il ’95 Roberto e Giulio lasciano il gruppo, ma vengono presto rimpiazzati da Michele Occhionero (chitarra) e Mauro Zanetti (batteria). La nuova formazione entra subito in sintonia, tanto che nel 1996 registra un altro demo, l’ultimo, nello Studio Roland in Via Po a Torino, su cassetta e su CD, nel tempo record di 33 ore, e conteneva altre nuove canzoni come “L’Uomo con la Barba”, “Il Debito”e “Sim City”. Tra il ’96 e il ’97 la band fa gli ultimi concerti, e tra il ’98 e il ’99, per problemi di lavoro, Enrico è costretto a lasciare il gruppo, con l’intenzione di riprendere dopo una pausa. Nel frattempo, nel ’99, il resto del gruppo registra a casa di Alessandro un demo acustico: “Ancora sulla Luna”, che conteneva le canzoni “Luna Nera”, “L’Iniziato”, “Storia di un Gatto”, “Tre cose solamente”e “Luna Neiri” (ossia la versione di “Luna Nera” in dialetto coazzese). La copertina, fatta da Mauro, riporta all’interno la seguente frase: “Questo CD è dedicato a tutti i nostri amici, e in particolare a Enrico Di Donato, che non ha potuto unirsi alla creazione di questo progetto”. Nonostante la pausa, Enrico è impossibilitato a tornare nel gruppo e la band si scioglie tra il 1999 e il 2000. Tra la fine del 2015 e il gennaio 2016, nel suo studio di casa, Alessandro fa una selezione di brani tratti dai tre demo originali, li rimasterizza e fa un CD intitolato “I Giorni Che Contano” (la frase riprende il testo di “Pensieri Prigionieri”). Inoltre le tracce sono caricate sul canale YouTube “Spleen – The Story”, da lui gestito, che ricorda gli anni d’oro del gruppo. A mio parere, un po’ perché figlio del chitarrista e un po’ perché metallaro fino alla punta dei capelli, gli Spleen sono stati un grande gruppo torinese, creatori di canzoni varie e ricche di influenze musicali provenienti dai generi più diversi (da flamenco, funky e cantautoriale al rock/metal più spinto) con ritmiche aggressive (veramente carica quella di “Orgasmo”), breakdown pesanti e pompati (potentissimo quello di “Pensieri Prigionieri”) e assoli stupendi (il secondo di “Spleen” è davvero epico), e sicuramente avrebbero meritato molto di più dal loro talento. Comunque resteranno sempre uno dei miei gruppi preferiti.
Francesco Fronte (1L)
274750cookie-checkSpleen