Elena di Sparta

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IMG-3258Mi spiegò prima di tutto che la bellezza non è solo qualcosa che si ha e basta. È un filo prezioso che deve essere usato per teste lentamente meravigliosi lenzuoli su un telaio. Allora ha davvero un senso.

“Elena di Sparta” parla della vita della donna più bella del mondo. Le fonti antiche a noi giunte vengono romanzate e interpretate creando un racconto unitario narrato in prima persona. Elena ci permette di entrare nel suo mondo, ci espone le sue riflessioni, le sue paure e i suoi desideri. Guardare il racconto mitologico dal suo punto di vista ci permette di provare empatia verso quella che è stata da sempre il capro espiatorio degli Achei. 

Tutto ha inizio quando Zeus si trasforma in un cigno e si unisce a sua madre Leda. La donna era già incinta di Clitennestra e Cestore, in più porta nel ventre due uova da cui nascono Elena e Polluce. La sua infanzia e quella di sua sorella Clitennestra sono molto diverse tra loro. A lei viene insegnato ad essere bella, a prendersi cura del suo corpo, profumare i suoi capelli con oli e che la sua vita assumerà un senso solo con l’arrivo della pubertà. Clitennestra invece riceve l’educazione delle ricche bambine Spartane: impara a tessere, gioca e riceve l’affetto della madre, un lusso che la piccola Elena non avrà mai. 

Mentre stava sacrificando alle ninfe viene rapita da Teseo, l’ospite del padre. Insieme all’eroe c’è anche Piritoo. I due giocano Elena ai dadi e vince Teseo. Dopo qualche giorno di viaggio arrivano ad Afidna dove non solo viene violentata dal suo rapitore, ma anche da altri. Ha paura ma non si vergogna di ciò che è successo, perché gli unici che devono essere imbarazzati dovrebbero essere gli “eroi”. I giorni successivi li trascorre con Etra, la madre di Teseo. Etra le insegna a tessere, a pensare e analizzare chi la circonda per riconoscere con uno sguardo chi è intelligente. L’unica cosa che le può dare piacere è il potere, e lo può avere solo imparando ad “essere bella nel modo giusto”, unendo il suo dono alla dissimulazione. La protagonista sa di essere troppo preziosa per essere abbandonata, i suoi fratelli la vengono a salvare e riportano lei ed Etra a Sparta. 

Tornata a casa, una notte sogna che Afrodite la vende a un pastorello in cambio di una mela. La sua ancella Antea l’avvisa che è un sogno premonitore, e avrà ragione. 

La perdita della sua verginità la rende un’appestata e suo padre organizza svariate apparizioni in pubblico per farla sposare velocemente. Tra i molti accorrono Aiace Telamonio, Alcmeone, Diomede e Odisseo. Elena vuole un marito che sia stupido ma non straziante, che la veneri come una dea e che sia un cadetto, in modo da poter rimanere a Sparta. Elena diventa la moglia di Menelao, mentre Clitennestra va in sposa a suo fratello Agamennone. 

Dopo la morte di suo padre, Menelao diventa il re spartano. Elena vuole partecipare alla politica come un uomo, ma non può, allora usa il suo corpo. La notte sfrutta la sua bellezza per manipolare le scelte politiche di suo marito e si sente anche lei regina. 

Le due sorelle hanno due figlie: Clitennestra genera Ifigenia ed Elena Ermione. Inizialmente la bellissima donna non vuole limitare la sua libertà con un figlio, ma Ermione è per lei una benedizione. Le insegna a trascendere dalla sua condizione di donna e riversa in lei la sua ambizione. Di giorno si dedica alla sua bambina, di notte al marito. Così apprende che gli Achei avrebbero intrapreso una guerra commerciale con Troia per il controllo dello stretto dei Dardanelli. La regina di Sparta è quasi felice, perché se il marito fosse in guerra lei avrebbe il comando assoluto sul suo regno. 

Poco dopo arrivano a Sparta Paride ed Enea. Come Agamennone aveva rapito Esione, una delle figlie di Priamo, Paride vuole rapire Elena. Dopo il rapimento da parte di Teseo, Elena ha perso la fede negli dei, ma non può fare a meno di notare la somiglianza di Paride con il pastorello del suo sogno. Paride era cresciuto come un semplice allevatore ed aveva scoperto da poco di far parte della famiglia regale. Ecuba infatti, prima di partorire, aveva sognato di dare vita ad una torcia che incediava Troia, un sogno premonitore che l’aveva convinta ad allontanare il nascituro.

Per vendicare il rapimento della sorella secondo il principio di “Una donna per una donna”, Paride la lusinga con continui complimenti e cerca di convincerla ad abbandonare la sua città. Le racconta che a Sparta le donne sono libere e questi racconti fanno crescere in lei una grande curiosità, il difetto peggiore delle donne. Elena non ce la fa più ad essere solo un corpo, lei vuole prendere le decisioni per se stessa, senza che Menelao le dia il permesso. Lei è la donna più bella del mondo, ma ciò non le permetterà di essere ricordata. Una vita noiosa, sempre uguale, chiusa nel gineceo, non l’avrebbe resa speciale. Perciò, quando Menelao si dirige ai funerali di suo zio, accetta la proposta di Paride e salpano alla volta di Troia. 

Elena in realtà non ha mai potuto opporsi: il sogno premonitore le aveva rivelato il volere degli dei e in ogni caso, due uomini più forti di lei avrebbero potuto rapirla senza problemi. La guerra sarebbe iniziata in ogni caso, ma le donne non posso compiere atti gloriosi e geniali, non possono decidere per sé, se non sono remissive sono solo delle meretrici

Dopo il suo arrivo tutti a Troia parlano di lei e pettegolezzi la rendono solo felice, anche quelli negativi. Priamo la tratta con riguardo, ma le altre donne del palazzo non l’accolgono a braccia aperte. Lei rimane sempre una straniera diversa da loro. La libertà delle donne di Troia la spaventa: Ecuba siede al fianco di Priamo, non ha bisogno di sedurlo in segreto per dar voce ai suoi pensieri, il re ascolta l’opinione delle figlie, parlano liberamente con chi vogliono, si vestono come desiderano e non sono confinate nel gineceo, ma possono incontrare i loro amanti dentro e fuori la reggia. In particolare si sente inferiore a Cassandra, quella che diventerà il suo modello e la sua migliore amica. 

Prima di scatenare la guerra, gli Achei mandano due ambasciatori: Diomede e Acamante, il figlio di Teseo. Elena immagina la sofferenza di Menelao e l’umiliazione che prova in questo momento e capisce che in realtà lo ama veramente. Gli ambasciatori comunicano che la madre di Elena si è impiccata a causa della fuga di Elena, poiché non ha potuto sopportare di non avere una figlia virtuosa. Ma cosa significa essere virtuosa? Dipende da chi pronuncia la parola. Per un uomo significa poter specchiarsi in sua moglie: vuole che sia obbediente, come un soldato verso il suo generale, e dedite all’ordine, come quello che devono mantenere in città, nelle botteghe e nei campi. Elena però aveva distrutto il riflesso

Agamennone sacrifica sua figlia Ifigenia e gli Achei iniziano a costruire un accampamento vicino a Troia. Elena sa già che se Agamennone non fosse morto in battaglia ci avrebbe pensato Clitennestra. Elena non comprendeva che cos’era la guerra: aveva visto uomini infiammati dalla bellezza, ma mai dalla voglia di uccidere. Quando inizia la battaglia prova solo empatia. L’empatia è il sentimento che gli uomini sopprimono per combattere. Quando ritornando dalla battaglia, la reprimono con le loro compagne, per evitare di pensare all’orrore che hanno visto. Le donne invece non la soffocano e passano la loro vita a riflettere in silenzio. Sono queste due capacità che, secondo Elena, renderebbero Ecuba una migliore regnante di Priamo. Quando muore Troilo, il figlio minore di Priamo, tutti fanno ricadere la colpa sul rapimento di Elena, lei compresa. In realtà non è mai stata colpa sua: la sua voglia di farsi vedere non aveva condizionato l’inizio della guerra, ma l’ambizione degli uomini sì. 

Laodice, una delle sorelle di Cassandra e Paride, in uno dei suoi incontri amorosi, rimane incinta. Partorisce in segreto e, opponendosi al volere di Ecuba, Elena ed Etra si prendono cura di suo figlio Munito. In questo modo Elena riesce a sopperire al senso di colpa che prova nell’aver abbandonato sua figlia. Ermione sostituirà facilmente il volto di sua madre con quello di una qualunque balia e tutto ciò che le ha insegnato andrà perduto. 

La guerra continua feroce, ma nessuno chiede ad Elena la strategia dei Greci, nessuno pensa che avesse visto e pensato al pari di un uomo. Quando la guerra diventa sfavorevole agli Achei, Ettore si rivolge a lei attraverso sua sorella Cassandra. Le due hanno un legame stretto, insieme a lei Elena rivendica la sua libertà. Vanno insieme al mercato, Elena è libera di parlare con lei, esce a dare da mangiare ai mendicanti, conosce le Amazzoni e ogni notte scappano dalla reggia per venerare con canti e danze la Dea. Il generale troiano le chiede come poter sconfiggere Achille, il guerriero acheo più valoroso. L’unica che avrebbe potuto destabilizzarlo era Polissena, ma le donne di Troia non sono costrette a intraprendere matrimoni di convenienza. Perciò Ettore spinge Briseide a concedersi ad Achille, ma non è un dono sufficiente a cambiare il corso della guerra. 

A sconvolgere l’andamento della guerra è il rapimento di Criseide, avvenuto mentre sacrificava, proprio come era successo ad Elena. A causa di questo oltraggio, scoppia la pestilenza nel campo acheo. Ettore uccide Patroclo, viene sfidato a duello da Achille e il suo cadavere viene trascinato attorno alle mura di Troia. Paride prende il comando e, a differenza di Ettore, segue il consiglio di Elena. Utilizza Polissena come un’esca e quando il semidio esce allo scoperto trafigge il suo tallone con una freccia. Di giorno Paride si vanta della sua conquista, ma la notte piange tra le braccia di Elena. Tutti sanno che cadrà presto e così accade. Alla morte di Paride, Elena viene data in sposa a Deifobo. In fondo le donne a Troia non sono così libere. Si era diretta a Troia per scoprire un’umanità diversa, ma in realtà gli uomini sono uguali ovunque. Ancora una volta lascia che un uomo l’assalga perché non può opporsi: la sua vita è stata una serie di stupri e continua ad esserlo. 

Quando vede il cavallo di Troia capisce che si tratta di un inganno. Cerca di condurre più troiani possibili presso le donne delle montagne e la notte torna dal suo nuovo marito.  Deifobo rincasa ubriaco e lei coglie l’occasione per ucciderlo. Menelao e Odisseo la trovano con il pugnale in mano e la fanno portare vie con le altre prigioniere. Cassandra viene data ad Agamennone e Clitennestra uccide lei e il suo marito per vendicare la morte di sua figlia. Polissena viene sacrificata con le ceneri di Achille e Andromaca diventa la concubina di Neottolemo, il figlio di Achille. 

Elena invece torna a Sparta. Incontra finalmente sua figlia, ma il loro rapporto è irrecuperabile. Ermione è cresciuta per essere il più diversa possibile da lei, ma in fondo ha la stessa tempra della madre. Viene data in sposa a Neottolemo, ma non è quello che vuole. Uccide il marito e scappa con suo cugino Oreste, tornato a Micene per vendicare Agamennone.

Nel frattempo Elena, stanca della sua vita avventurosa, vuole costruire un rapporto vero con suo marito. Non vuole che il suo corpo venga usato un’altra volta per soddisfare un uomo, vuole che Menelao capisca perché è scappata. Elena per la prima volta può parlare ad un uomo senza sotterfugi e intermediari. Spiega che finalmente è riuscita a fare ciò che voleva. Tutti facciamo quello che gli altri si aspettano da noi, anche Menelao sceglie tra ciò che può fare un re, non è del tutto libero. Elena racconta, Menelao ascolta e finalmente trova la pace.

Sabrina Attademo

 

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