Il patto Aukus può innescare un’escalation globale?

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Patto AUKUS, immagineIl patto Aukus, stipulato il 15 settembre 2021, è il nuovo patto militare stretto tra gli Stati Uniti, l’Inghilterra e l’Australia. Firmando questo accordo quest’ultima si doterà, entro 18 mesi, di sottomarini a propulsione nucleare, diventando così la settima nazione al mondo a poter disporre di questa tipologia di armamento. Secondo i documenti e le dichiarazioni ufficiali, questo accordo nasce solo ed esclusivamente per mantenere il controllo dell’area oceanica dell’Indo-Pacifico. Poco dopo l’annuncio fatto dal presidente statunitense Biden, moltissime testate giornalistiche e televisive si sono scatenate: questo patto infatti è stato recepito da un grande parte del mondo come un tentativo di frenare l’espansione cinese, proprio perché la Cina, ormai da diversi anni, rappresenta una seria minaccia per molte potenze occidentali, in primis gli Stati Uniti d’America.  

Le reazioni sono state varie: i paesi più interessati quali Francia e Cina hanno espresso il loro disappunto. La Francia ha definito il trattato come una vera e propria pugnalata alle spalle. Questo perché il governo australiano, con la firma del patto Aukus, ha interrotto con Parigi un importante accordo commerciale per la costruzione di sottomarini a propulsione nucleare, che determinerà la  perdita di 31 miliardi di euro per i francesi. 

La Cina ha definito Joe Biden come “estremamente irresponsabile”. Il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian (赵立坚) ha aggiunto che l’iniziativa colpisce anche “gli sforzi di non proliferazione a livello internazionale”.  

Come alcune testate giornalistiche hanno fatto notare (Il Sole 24 Ore, BBC), l’Aukus mette a rischio l’incolumità stessa della Cina. Questo perché il gigante asiatico ha sempre esercitato un grande controllo su tutto ciò che rappresenta un interesse nazionale. Basti pensare alla censura che da anni il governo applica sistematicamente nei confronti dei propri cittadini. Se la Cina si sentisse minacciata, non ci sarebbe da stupirsi se, a breve, ricorresse a un ulteriore riarmo, tale da provocare una nuova “guerra fredda”.  

Ma perché si è arrivati a una situazione tanto pericolosa? 

Sicuramente l’Australia è quella che si sentiva più minacciata dall’imponente flotta cinese già presente nell’area indo-pacifica, e non essendo provvista di forze militari pari a quelle cinesi ha ritenuto insufficiente l’accordo con la Francia e ha preferito chiedere aiuto ad altre potenze alleate.  

Gli Stati Uniti, quando hanno visto l’opportunità di aiutare l’Australia, non si sono tirati indietro; questo perché, con questa azione, lo schieramento americano contro il Dragone sarebbe chiaro. Ormai è risaputo che da diversi anni questi due paesi sono in continua lotta economica tra di loro, e proprio per questo uno schieramento così chiaro potrebbe essere una mossa strategica per questa grande contrapposizione economica tra la Cina e l’America.  

Anche il Regno Unito si sente minacciato dalla crescita economica del Dragone. Ha quindi deciso di affiancarsi alla potenza anglofona aiutando l’Australia.  

Se vogliamo, l’Australia è una sorta di terzo incomodo in questo accordo: aveva bisogno d’aiuto e ha accettato l’offerta che più le conveniva, pur consapevole del fatto che i suoi alleati hanno scopi ben diversi.  

In effetti, la Cina sta seminando inquietudine in tutto il Mondo: dopo anni di “letargo” politico e strategico, a sua ascesa è stata fulminante e quindi tutti i paesi si sentono minacciati da un Dragone che arriva veloce, quasi come un’onda, e che tra poco ingloberà gran parte del mercato planetario, se non l’ha già fatto. 

Evangeline Busso, Asia Filomeno

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