La chiave dorata – prima parte

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Questa storia narra di Meli, la dolce principessa del villaggio di Sum. Passeggiava canticchiando nel cortile del reame, quando d’un tratto uno spruzzo di luce circondò il girardino, poi sparì.
Meli spaventata corse a vedere e un libro cadde dal cielo ai piedi della principessina.
Incuriosita lo aprì, ma le pagine del grande libro erano tutte bianche.
Le sfogliò con agitazione, poi, esattamente a pagina 747, trovo una piccola chiave dorata.
Non esitò a tirarla fuori e ad osservarla, sulla parte alta era decorata di rose d’argento.
Stava andando nella sua cameretta per cercare informazioni su internet. Improvvisamente si ricordò che quando era piccola, il suo amato nonno Arthur, le raccontava sempre di una porticina segreta nascosta nei sotterranei del castello. Non ci pensò su un secondo e corse verso la parte bassa del palazzo, ma lì c’era Bruto, la guardia più potente del reame. Con il suo vocione pesante le chiese cosa stava facendo lì e le vietò di salire, ma Bruto era un omaccio senza cervello e cascò nella trappola di Meli.
La ragazza sapeva che con la chiave avrebbe aperto lo scrigno che conteneva un potere unico, ma arrivata davanti la porta nei sotterranei non seppe come aprirla. Ogni due secondi la porta cambiava colore, e arrivata al verde disse: “Se vuoi aprire questa porta, una sardina mi devi portare, non restare a bocca aperta, corri in fretta verso il mare.”
Dopo che la porta pronunciò l’ultima parola Meli si diresse di corsa verso il mare del suo villaggio.
Il tempo stava cambiando e iniziava a piovere, ma Meli non teneva conto di questo, correva, correva e basta …
Arrivata alla spiaggia vide le onde alte come sequoie e la schiuma ribollirvi dentro.
Decise allora di recarsi alla cabina del bagnino che per casualità era aperta. Prese il retino più grande che trovò e si diresse alla riva. Nello stesso tempo un gabbiano volava alto nel cielo e nel becco aveva proprio un pesce.
Meli si sforzò di capire cosa fosse.
Osservò in profondità e capì che era uno sgombro. La ragazza allora puntò gli occhi da un’altra parte, ma vide che l’uccello, oltre a tenere uno sgombro, aveva anche una sardina.
Un grande sorriso d’avventura le comparve sul volto, poi provò a far perdere al gabbiano la sardina.
Dopo minuti di fatica l’uccello si arrese e perse i pesci, con uno scatto Meli riuscì a non far cadere la sardina in mare.
Dopo averla posta in un sacchetto ripose il retino e corse di nuovo al castello.
Bruto non era ancora tornato e la porta verde era lì che l’aspettava.
Essa la riconobbe e disse: “Ora che la sardina mi hai portato, e dopo una squama averle staccato, posala dentro la cassetta e agita tre volte questa bacchetta.”
Meli fece così e come detto dalla porta magica, essa si sollevò verso l’alto.
Mel, come la chiamavano i camerieri del castello, entrò nella stanza buia, illuminata solamente da una leggera candela bianca.
Meli tirò fuori dalla sua tasca la chiave d’oro e la infilò nella serratura del baule davanti ai suoi occhi.
Questa schioccò e si aprì.
Un fascio di luce ricoprì il buio e Meli venne risucchiata dal baule…

Meli e la chiave dorataCONTINUA…

Claudia Brizzi (1E)

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