Il 24 febbraio 2022 il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha iniziato un’ operazione militare speciale con lo scopo di smilitarizzare e denazificare il paese confinante, l’Ucraina. Quello che si pensava sarebbe stato un blitzkrieg, un attacco lampo, tuttavia si è rivelato una logorante guerra di posizione sita nel cuore del Vecchio continente, quasi convinto di aver archiviato le guerre nei libri di storia.
Focalizzandoci sulla figura femminile, quella che quando spirano venti di guerra viene sovente marginalizzata, essa gioca un ruolo fondamentale nella difesa del territorio e nella cura dei feriti. Alle sfide quotidiane si sono aggiunte quelle straordinarie dovute alle condizioni speciali dettate dal conflitto. Molte donne si sono trovate in delle situazioni difficili, tante sono rimaste vedove, con figli a carico. E, nonostante tutto, devono sacrificarsi per le loro famiglie per non farle naufragare. Il volto femminile è stato scelto spesso dai fotografi per raccontare la brutalità degli orrori del conflitto che ricade nella vita quotidiana. Il viso divenuto più celebre è quello della donna ferita dai bombardamenti sulla città di Bucha: un volto gonfio, coperto da bende che lasciano intravedere gli occhi chiari socchiusi.
Le donne dell’Ucraina in questa folle operazione militare sono state una straordinaria rivelazione. Già ai tempi dell’invasione della Crimea, molte decisero di unirsi alle forze armate ucraine, integrandosi direttamente alle unità di combattimento e distinguendosi per la loro abilità e coraggio.
Ad oggi, secondo i dati divulgati dalla first lady ucraina, Olena Zelenska, in occasione della Giornata dei difensori dell’Ucraina, le donne che si battono al fronte per liberare il paese sono circa 41 mila delle quali 8000 ufficiali, ma, globalmente, sono oltre 60 mila quelle impegnate nella macchina della difesa nazionale.
Oltre a lodare giustamente queste impavide guerriere, è importante tuttavia ricordare tutte quelle donne che durante il conflitto sono state vittime di stupri e abusi fisici e psicologici. La denuncia, in quest caso, viene direttamente da Olha Stefanishyna, vice premier dell’Ucraina, e portavoce per tutte quelle storie di violenze sepolte sotto le macerie di questa brutale guerra. Una su tutte: la storia di Olha, narrata all’Osservatorio per i Diritti Umani e protetta dall’anonimato. Stuprata, picchiata, sfregiata con un coltello a viso e collo da un soldato russo che, non contento, le ha pure tagliato i capelli.
Eppure, nonostante le numerose testimonianze, la figura femminile nella guerra in Ucraina è stata spesso ignorata o minimizzata dai media e dalla società. Tuttavia, riconoscere la loro tenacia e l’importanza del loro contributo nel garantire la sopravvivenza e la stabilità del loro paese è fondamentale.
L’Europa è donna! Per crescere ha bisogno della forza, della sensibilità e del punto di vista femminile. Come ieri le donne della resistenza al nazifascismo hanno contribuito nel fondare l’Europa libera, unita e democratica; oggi, lo stesso vale per le ucraine che non si stanno battendo solo per liberare il loro paese ma per restituire la pace a tutta l’Europa.
Cлава жінкам! [Slava zhinkam!] Слава Україні, Героям слава! [Slava Ukraïni, Herojam slava!] Viva le donne! Viva l’Ucraina!
Luca Palis