
A un mese dalla conclusione dell’occupazione della nostra scuola, sentiamo il bisogno di fare un resoconto di quanto accaduto.
Abbiamo occupato per una settimana la succursale di via Bertola ottenendo la partecipazione di quasi 400 studenti e una grande collaborazione da parte del corpo docenti e della rettrice, che sono sempre stati propositivi e disponibili nei nostri confronti.
Questa è stata la prima vera e propria occupazione dalla fondazione della scuola nel 1848, dunque estremamente importante e significativa per poter dimostrare che finalmente il Convitto è presente e attivo, al fianco delle altre scuole, tanto rispetto a tematiche che ci riguardano come studenti quanto a quelle che invece ci riguardano come cittadini ed esseri umani.
La grande maggioranza degli studenti si è infatti unita per dimostrare l’opposizione verso il genocidio in atto nella striscia di Gaza, il supporto alla Global Sumud Flotilla, il malcontento verso le misure adottate dal ministro dell’istruzione Valditara ed esercitare il nostro diritto di protesta verso un governo che ormai cerca sempre più di reprimere ogni forma di dissenso, specialmente da parte dei giovani.
I membri del collettivo studentesco si sono impegnati nell’organizzazione delle attività e degli spazi in modo autonomo, creando spirito di gruppo e coinvolgimento. Le attività sono state sia tenute dagli studenti che da ospiti esterni, esperti dei temi trattati. Siamo riusciti ad avere un collegamento con l’europarlamentare Marco Croatti, partecipante alla spedizione della Flotilla; sono stati svolti incontri di informazione e riflessione sul genocidio palestinese, dibattiti autogestiti su temi etico-politici e assemblee tra studenti per discutere della nostra scuola, nonché dei miglioramenti da apportarvi. Oltre agli incontri riguardo le questioni principali dell’occupazione, gli studenti non hanno tralasciato altri argomenti altrettanto attuali e non meno importanti, tra cui l’educazione sessuale, i genocidi curdo e bosniaco e le disuguaglianze di genere. Le attività sono state luogo di condivisione di idee, dialoghi aperti, creatività e interazione tra studenti di tutte le classi. I partecipanti all’occupazione si sono dimostrati attivi e interessati a molte delle attività che sono state proposte e si è creata una più concreta sensibilità verso l’importanza dell’informazione tra noi studenti rispetto a temi di attualità, che spesso non vengono affrontati in classe. Anche le serate passate a scuola sono diventate un momento di comunità e di conoscenza reciproca, accompagnate da musica e divertimento. Si sono create nuove amicizie e ancora adesso si notano gli effetti: persone di classi diverse, che si trovano ai vari piani per chiacchierare, proprio come se si sentissero a casa loro, battute ad hoc che solo noi capiremo e rari momenti di tenerezza.
Con questa occupazione noi studenti del Convitto abbiamo avuto la possibilità di riflettere e di dimostrare che la nostra istruzione deve andare oltre al semplice leggere libri di testo. L’educazione dei ragazzi non dovrebbe essere cieca, indifferente e limitata alla semplice nozionistica che troppo spesso non affronta ciò che avviene nel nostro mondo.
Oltre a protestare per le ingiustizie a cui assistiamo ogni giorno, un po’ vittime e un po’ complici, abbiamo voluto prendere consapevolezza ed essere protagonisti della nostra conoscenza. Ognuno è stato spinto dalla propria curiosità a partecipare ad una o all’altra attività: infatti questa occupazione è stata la nostra occasione di dimostrare a noi stessi e al mondo che noi giovani siamo coscienti di quello che ci circonda e pronti a collaborare per far sentire la nostra voce e chiedere un cambiamento. Noi giovani siamo interessati, attivi e partecipi l’uno al fianco dell’altro per impegnarci a continuare sempre a far sentire la nostra voce e creare il nostro futuro.
Bianca Camoletto e Emma Moro
