Mi sveglio. Che ore sono? Ah, le tre… bene! Ho ancora tre ore e mezza di sonno. Mi sveglio: ora sono le quattro. Adesso le quattro e mezza. La quinta volta che mi sveglio è a causa di un cauchemar, torno a dormire. La sveglia – quella vera – suona, ahia.
Non ho energie, colo giù dal letto e non ho nemmeno la forza di parlare. Soffoco. Qualcuno mi aiuti! Andate via, tutti! Mamma! Grido ancora e ancora, parole vuote. C’è una mano, una mano scheletrica, affilata come un rasoio, callosa, è dentro di me. Mi afferra, strizza, tira, cambia l’ordine e mi fa assumere forme strane.
Eccomi: non sono io.
Uno sbuffo, poco più d’un ombra: una parola sbavata. Colo. In me qualcosa non vive più.
Part de mon âme
Est partie avec toi
Si elle a soif
Laisse-la en paix
Si elle a faim
Laisse-la mourir
Mais qu’elle ne puisse
Mourir avant toi
Qu’elle n’expérience
Une vie sans toi
Stella Camilla Brao