Ciao, come va?

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“La domanda più indiscreta, più insolente, più insoffribile e la più comune anche, la più poliglotta, la più persecutoria al telefono e faccia a faccia, la domanda che mette alla tortura chi ama la verità perché la si formula per avere in risposta una miserabilissima bugia è Come stai?”, sostiene Guido Ceronetti, ospite un paio di settimane fa al programma di Fabio Fazio, “Che tempo che fa”.

Già da alcune settimane questa considerazione mi girava per la testa: questa locuzione così largamente sfruttata si è ormai fatta largo, perdendo il suo antico valore e assumendone uno totalmente nuovo.

La si ripete instancabilmente per tutto l’arco della giornata, la si usa come punto di partenza di ogni discorso.

Eppure, dietro a quelle due parole vi è un’ipocrisia mal celata: la gente del ventesimo secolo, ammettiamolo, se ne infischia del prossimo e non si cura punto di come la persona, l’essere umano, con cui sta discorrendo, possa sentirsi.

Tuttavia, la funzione di questo intercalare è ancora più subdola, poiché la falsità si cela in entrambi gli interlocutori: da un lato, colui che per primo pone la fatidica domanda, non è realmente interessato a conoscerne la risposta, dall’altra, chi ha l’onere di ribattere è già pronto a dare la sua triste e fasulla risposta: “Tutto bene”.

E a questo punto, la finzione ricomincia da capo per una semplice inversione di ruoli, come se si trattasse di un mediocre teatro di burattini.

In fondo, questo rituale quasi necessario, non è altro che un indirizzamento verso ciò a cui si mira in realtà: una richiesta particolare, un favore, un’informazione, un avvertimento, una blanda conversazione.

Chi è realmente disposto, al giorno d’oggi, a trovare un minuscolo ritaglio di tempo, tra tutte le sciagure del genere umano, per prestare ascolto a cosa accade al proprio fidanzato, al proprio amico fidato, ai propri figli? E d’altro canto chi si permetterebbe di aprirsi completamente, sapendo cosa lo aspetta, conoscendo il mondo di amarezza e sofferenza in cui siamo stati sprofondati?

Ogni secondo che trascorre è teso al perfezionamento di una spessa e solida muraglia, che ha lo scopo di mantenere ben lontano tutto il resto dell’umanità; tutti i legami formati non sono che fumo.
Tutte le cose diventano completamente fittizie, quando si tirano in ballo i sentimenti, non si può essere più certi di nulla. Non esistono più quel genere di persone che, a forza e con coraggio, si ritagliano il proprio posto nel cuore della gente per non lasciarlo più.

La vita, al contrario, è stata trasformata in un ballo in maschera: domina una frenesia di corpi danzanti accompagnata da un vago sottofondo musicale, ma non vi è null’altro più di una lieve carezza, uno sfiorare superficiale degli individui che ci circondano.

 

Giulia Porcellana (4A)

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