Comunicare con 20 parole??? Yeah!!!

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Ebbene si! Al giorno d’oggi, noi adolescenti comunichiamo  prevalentemente attraverso chat (Facebook, Twitter, MSN…sono solo alcuni esempi) e il cellulare, ormai vera e propria parte integrante della nostra giornata, adoperando gli sms. Qui quando parliamo con i nostri amici coetanei, per ragioni economiche (nel caso degli sms) o per motivi di tempo e spazio, ci esprimiamo in una maniera tutta nostra … tvb(ti voglio bene) , cpt(capito), grz(grazie) scs(scusa), , dmn(domani), xkè(perchè), vd(vado) , sl(solo) … Sono questi i termini maggiormente usati nel nostro slang giovanile, ormai un must, che aggiunge agli adulti un motivo in più per il quale screditarci. Ma chi l’ha detto che il linguaggio delle chat e degli sms è controproducente per i ragazzi? Esattamente che danno recano a livello scolastico, per essere etichettati da professori e maestri, “Bestemmie lessicali”? A scuola, per esempio nel bel mezzo di una interrogazione, non incominciamo a parlare così: “Proff vlv dire ke sec me i Prmexxi Sposi sn il + imp romanz della lett italiana!!!”. Non è detto che ricorrendo a queste abbreviazioni all’interno di un messaggio non si sappia poi più parlare correttamente italiano. Pochi mesi fa, un noto quotidiano italiano ha pubblicato un articolo, che ha suscitato molte discussioni tra gli adulti, infatti riportava la notizia che d’ora in avanti a Londra nelle scuole superiori gli studenti saranno autorizzati a utilizzare la super sintetica lingua nei test e nei compiti a casa. L’importante, afferma un comunicato delle autorità scolastiche britanniche, è che gli studenti diano prova di conoscere i rudimenti della grammatica: il modo in cui scrivono, anche facendo ricorso alla forma telegrafica dei messaggini, non è più di per sé un motivo sufficiente per bocciarli o dare loro un brutto voto. Secondo me questo è sbagliato perché anche se la scuola non è più quella di dieci anni fa, in cui lo scolaro non si poteva rivolgere all’insegnante denominandolo “Prof”, è sempre un luogo di assoluta serietà, dove animoticons e codici segreti( così li definiscono gli adulti-ma sono davvero così difficili da compredere??) non devono essere permessi.  Fuori dall’ambiente scolastico tutto è permesso, pure condensare i classici della letteratura in 160 caratteri se questo ci diverte. D’altronde noi giovani abbiamo compreso il significato di sms (Short Message System- Sistema per invio di brevi messaggi) e lo stiamo sfruttando al massimo (o al max??)

Roberta Agriesti (2B)

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