Il ciclone dell’Health Care

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Un uragano sta attraversando gli Stati Uniti, ma non è proveniente dai Caraibi. No, le sue origini sono piuttosto insolite: Casa Bianca, Washington D.C. Ebbene, dopo mesi di promesse e compromessi, la legge sull’ Health Care è giunta al suo stadio finale. Domenica 21 marzo 2010, Barack Obama firmava il documento che da mesi faceva tremare l’America. L’intero contenuto è praticamente ignoto persino a gran parte dei membri delle due Case, Senato e Casa dei Rappresentanti, perché consta di più di duemila pagine. Per comprenderlo sono necessarie non poche nozioni in campo di diritto.   Alcuni esperti inoltre additano già numerosi articoli che renderebbero l’intera legge contro la costituzione che i Padri crearono più di 200 anni fa e che tuttora governa il paese, quasi inalterata. Anche se meno al centro del ciclone, un’ altra legge è stata firmata lo stesso giorno assieme all’ Health Care plan e regolerebbe i prestiti a scopi scolastici, in particolare per i college.  Anche quest’ultima  non sarebbe proprio in linea con uno dei più importanti emendamenti della Costituzione, the “Bill of Rights”, in quanto  esonererebbe lo stato del North Dakota dal rispetto di questa normativa. La legge prevede che lo stato centrale prenda in mano la situazione per i prestiti scolastici i quali non sarebbero più gestiti da banche private, ma dalla banca Federale. Invece la situazione non cambierà solo nel North Dakota dove le banche private potranno ancora gestire i prestiti per l’istruzione. Ma perché quest’eccezione che non dovrebbe essere possibile in quanto il decimo emendamento della Costituzione difende gli Stati da discriminazioni e differenze? La risposta è collegata con il piano sulla sanità. Apparentemente sembrano due leggi completamente indipendenti l’una dall’ altra, invece sono più strettamente connesse di quanto si potrebbe pensare. Il senatore democratico che rappresenta il North Dakota possiede numerose banche focalizzate principalmente sui prestiti scolastici; da qui non è difficile dedurre quale brutto colpo finanziario rappresenterebbe per lui la nuova legge, ma, con un piccolo compromesso, tutto si sistema. Chissà se anche la Corte Suprema si trova d’ accordo. Il compromesso consiste nell’ antico motto “do ut des”, infatti in cambio del piccolo favore ricevuto, ossia l’esonero del North Dakota dalla legge sui prestiti scolastici, il rappresentante dello stato ha votato a favore  della legge sull’Health Care.  Ma questa legge non è soltanto un imparzialità tra Stati: è stata etichettata addirittura come “job-killing  government takeovers” perché alcune pessimistiche previsioni calcolerebbero la perdita di 31 000 posti di lavoro. Le banche certamente dovranno tagliare più personale  di quanto il governo sarà disposto ad assumerne e l’ intero “ecosistema”  dei prestiti scolastici sarà distrutto. Naturalmente ci sono anche dei lati positivi in tutto ciò: i prestiti saranno disponibili ad un maggior numero di studenti ed anche coloro che prima non potevano permettersi un’educazione più elevata potranno avere i finanziamenti per  i college più qualificati. Obama ha colto nel segno, e con gli interessi guadagnati dallo stato, che saranno aumentati per tutti appena del 4.5%, sarà possibile pagare parte del “Save Money Health Care Plan”. A proposito dell’Health Care Plan, come hanno reagito esattamente gli Americani a ciò che porrà fine alle differenze di assicurazione sanitaria tra ricchi e poveri? Le percentuali potrebbero rendere un’ idea: il 75% della popolazione sta incrociando le dita affinché la Corte Suprema definisca “anticostituzionale” la legge. Il motivo? Se in questo modo la sanità sarà migliorata e resa giusta, perché mai gli unici che non godranno di questo magnifico piano sono i senatori, i membri della Camera dei Rappresentanti ed il Presidente, esonerati dalla legge? Invece la nuova assicurazione dipendente dallo stato non sarà opzionale per tutto il resto della popolazione: tutti i cittadini americani dovranno comprarla o sottostare a tasse onerose. Inoltre non garantirà cure adeguate per tutti, sicuramente le cure non saranno comparabili con i trattamenti offerti finora dalle assicurazioni ad elevata copertura. Questo potrebbe spiegare il disaccordo da parte di tutti coloro che avranno una sanità peggiore in seguito alla legge del 21 marzo, e, nonostante ciò, non gratuita. Il governo difficilmente sarà in grado di offrire a tutti le cure necessarie ed in certi casi si dovrà scegliere se curare un paziente piuttosto che un altro. Lo stato avrà quasi il potere di decidere la sorte dei suoi cittadini e in base a quali criteri? Età, probabilità di sopravvivenza, sorte? Ma un’ampia parte della popolazione, ora senza copertura assicurativa, potrà averne una. Sembra infatti crudele che 32 milioni di americani non la posseggano ora come ora, e sorprende il fatto che dopo 234 anni a partire dalla nascita degli Stati Uniti nessun presidente abbia provveduto. In realtà infatti ci sono innumerevoli iniziative e programmi che offrono cure sanitarie gratuitamente a chi non se le può permettere e la maggior parte di queste coinvolge dottori e studenti delle più autorevoli università che possono offrire le migliori cure possibili. Il ciclone che sta attraversando gli Stati Uniti probabilmente non si calmerà se la Corte Suprema non dichiarerà la legge anticostituzionale e voci di corridoio sussurrano la richiesta di un nuovo emendamento da parte della popolazione che impedirà l’esonero dei governanti da qualsiasi legge. Le “mid-term elections” avverranno in novembre e davvero sarà possibile capire se gli americani prenderanno le distanze dal 15 dicembre 2008, il giorno in cui Obama diventò il 44° presidente degli Stati Uniti. 

Sofia Carpinteri (4E) – Corrispondente dagli Stati Uniti

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