In diretta da Montpellier!

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Mentre era in visita al nostro liceo per programmare le attività del progetto Esabac, il professor Rémy Chaix, di Montpellier, è venuto in classe a raccontarci come funziona “l’école en France” e in particolare il liceo della cittadina della Languedoc-Roussillon in cui insegna.
Il sistema scolastico francese è diverso da quello italiano; l’obbligo di frequenza è dai sei ai sedici anni e si divide in 5 anni di scuole primarie, 4 corrispondenti alle nostre scuola medie e 3 di superiori. Con il professor Chaix abbiamo approfondito il discorso sugli studi superiori che racchiude più indirizzi: classico, scientifico, economico e artistico, oltre agli istituti tecnici.
L’orario delle lezioni va dalle 8.00 alle 17.35 ad eccezione del mercoledì, in cui si esce all’ora di pranzo, e del sabato mattina. Le ore di lezione alla settimana variano dalle 24 alle 35 e ciò dipende dal corso di studi scelto dallo studente.
I ragazzi hanno la possibilità di uscire dall’edificio durante alcuni buchi tra una lezione e l’altra a seconda della lingua che si studia. È senz’altro un aspetto positivo per quanto riguarda l’autonomia dello studente, che però a volte ne approfitta per rimanere davanti ai cancelli per fumarsi una sigaretta.
Durante la pausa pranzo è possibile usufruire della mensa tradizionale al costo di circa 4€, caricabili su una tessera magnetica disponibile per studenti e docenti. Oppure vi sono altre opzioni come il pranzo rapido costituito da pizza, patatine fritte e una bibita a scelta, o una caffetteria nella quale si possono acquistare panini e bevande; nelle scuole del sud della Francia dove il clima è più mite, c’è la possibilità di mangiare e divertirsi nel parco dal mese di febbraio fino a novembre.
Oggi la tendenza è la specializzazione sulle lingue, sulle scienze e sull’arte. Sta ormai scomparendo lo studio delle lingue antiche come latino e greco, pochi studenti ormai le scelgono come materie facoltative, tanto che nella scuola di Montpellier solo 40 studenti su 3500, dalla quinta alla “terminal”, seguono questi corsi.
L’indirizzo più gettonato è quello scientifico perché permette di intraprendere qualsiasi corso di studio all’università.
Abbiamo anche parlato di come si svolgono le lezioni di italiano in Francia: ormai non esiste più la lezione frontale, il docente distribuisce un testo alla classe, scrive le parole più difficili alla lavagna per permettere una migliore comprensione e pone delle domande agli studenti, i quali devono rispondere per dimostrare di averlo compreso.
È importante sottolineare che ormai nello studio di tutte le lingue viene trascurata la letteratura e l’obbiettivo è di imparare a scriverle e parlarle correttamente, non più conoscere la storia.
Penso che se andassi a studiare in Francia mi mancherebbero alcuni aspetti della scuola italiana!
Ad esempio preferisco rimanere nella stessa classe con i medesimi compagni tutto il giorno anzi che dover cambiare aula a seconda della lezione.
Un altro aspetto che secondo me è più che positivo riguarda l’immigrazione, un fenomeno molto presente in Francia. Gli studenti sono abituati a studiare con il vicino di banco con la pelle diversa dalla loro, il livello di razzismo nelle scuole è molto più basso che da noi. È una cosa improponibile nelle nostre scuole ed è continuamente dimostrato anche da alcuni discorsi fatti dagli stessi studenti … un altro fatto che dimostra l’immaturità della nostra società sotto quest’aspetto.

Virginia Bellini (2B)

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