L’arte è immortale, in qualunque modo si presenti.

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Girasoli per Van Gogh, FOTO ARTIC0LO VAUDETTIGeneralmente, possiamo definire “arte” qualunque lavoro che nasca dal nostro ingegno e dalla nostra creatività, indipendentemente dai modi in cui si esprimono (la letteratura, la musica, le arti figurative, etc.). Non per forza un’opera d’arte deve essere “bella”: la bellezza intesa come “bello estetico” può venire in aiuto ma non è l’elemento di maggiore rilevanza nella sua definizione. 

In “La storia d’Italia: la lunga avventura dell’arte” di Vittorio Sgarbi, il critico dà una sua personale definizione al termine: “L’arte è la creazione dell’uomo in competizione con Dio. Chiedere cosa sia l’arte, è come chiedere cosa siano la montagna, il mare… sono domande che, secondo me, non hanno un senso. L’arte, come il mare e la montagna, esiste… L’arte non è per me… è per tutti!”. 

Abbiamo sempre più figure di artisti che hanno preso le sembianze di icone e che continuano ad entrare nel mito, dando vita a nuove narrazioni che provano a farceli conoscere e capire.   

Art Icons, la rassegna di Adler Entertainment, prosegue la sua marcia portando sul grande schermo da 17 al 19 gennaio di quest’anno Vincent Van Gogh; la promessa è quella di offrire una riscoperta del noto pittore attraverso uno dei suoi soggetti più celebri: i girasoli. 

Non molti sanno che le versioni di questo capolavoro sono diverse e che il dipinto appartiene a una serie composta da sette opere sorelle, tutte raffiguranti un mazzo di girasoli. 

Il tratto di contorno dei petali è spesso come il colore che li riempie, che siano in pieno fiore o parzialmente secchi sono disposti in modo ordinato dentro un piccolo vaso che riporta, quasi fosse una dedica, il nome di Vincent.  

La psicologia ha un forte legame con l’arte. L’assenza del chiaroscuro, lo spessore esercitato nella stesura della tempera e la prevalenza del giallo nelle sue differenti sfumature ci permettono di leggere quello che era lo stato d’animo dell’artista. Che siano nature morte, edifici o persone non fa differenza: l’uso della luce non è mai bilanciato, pende sempre da un eccesso all’altro. L’impeto e la forza delle sue creazioni erano uno specchio della sua anima tormentata e i famosi girasoli un cerotto da applicare su una ferita aperta. 

L’idea iniziale dell’autore era quella di utilizzarle come decoro per la camera che aveva riservato ad Arles all’amico Gauguin; che poi le cose siano andate diversamente dai suoi piani è cosa risaputa. Il litigio con l’artista francese e la successiva crisi che colpì Van Gogh e lo portò al taglio dell’orecchio sono una storia arcinota; meno conosciuta è invece la scelta della raffigurazione. 

Qual è il limite fra genio e follia, fra razionalità e irrazionalità?  

Oggi giorno non si ha ancora la certezza di quali e quanti fossero i disturbi psichici del pittore olandese; una delle ipotesi più accreditate vorrebbe vedere l’artista affetto dalla xantopsia, un disturbo visivo che condiziona chi ne è affetto a una visione gialla degli oggetti bianchi e violetta degli oggetti scuri; quasi a testimonianza di ciò, pare che i soggetti preferiti di Van Gogh fossero i girasoli e gli iris.  

Altri hanno ipotizzato che la sua ossessione per il colore giallo fosse dovuta all’uso eccessivo dell’assenzio che gli aveva provocato un’alterazione della vista; altre teorie vedono in questo eccesso il sole del Sud e nelle tonalità di giallo leggono messaggi di conforto e felicità. Forse la chiave sta proprio qui: che questa esplosione di gialli non sia una dichiarazione di affetto e ammirazione di Van Gogh nei confronti dell’amico Gauguin? 

Di certo, questo film ci riserverà delle sorprese. David Bickerstaff, regista del film ha anticipato quanto segue: “Quando sono stato invitato a riprendere l’opera senza la sua cornice, un’intera nuova narrazione si è rivelata davanti ai miei occhi… tutta la storia del dipinto si è svelata con alcune sorprese inaspettate e ha innescato il bisogno di saperne di più su questa serie di capolavori” ha concluso dicendo “Dramma, lotta e passione possono essere visti in ogni goccia di vernice dei Girasoli. Secondo la mia opinione, ogni dipinto dimostra un’onestà e un virtuosismo che parlano del potere duraturo di un artista straordinario, che ha vissuto una vita straordinaria”. 

Per tutti coloro che amano Van Gogh, sono interessati alla sua vita e alla sua arte o che sentono una connessione con la sua figura, la visione di questo lavoro è un’occasione da non perdere!

Elena Vaudetti

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