Medici, una professione sempre meno gradita

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Negli ultimi anni la professione del medico è divenuta sempre più faticosa e sempre meno gradita dai pazienti, con un aumento esponenziale delle denunce che impediscono sempre più di lavorare.

Una professione molto faticosa, sempre meno prestigiosa e che, oltre alle continue responsabilità a cui sono già esposti normalmente dalla loro professione, si aggiungono le denunce sempre maggiori da parte di pazienti sempre più scontenti, anche per sciocchezze.

Di certo saranno felici gli avvocati, che da questo guadagnano molti soldi, ma sicuramente il futuro per i neo medici non è proprio roseo. Non solo la professione non è più prestigiosa e rispettata come un tempo, ma addirittura le denunce, molto spesso ingiuste o addirittura a volte fatte per interventi riusciti, sono aumentate del 400%.

Insomma se un tempo  i pazienti portavano ai medici cesti di regali, vini, salumi e cioccolatini, certo spesso sciocchezze, ma che portavano il sorriso e la soddisfazione anche dopo una dura giornata di lavoro,  nel futuro si vedranno arrivare solo “cesti” di denunce e risarcimenti danni. Dai bigliettini di ringraziamento ai “bigliettini” delle citazioni in giudizio degli avvocati.

 E così si ottiene solo che i medici incominciano a fare lo stretto indispensabile, senza avventurarsi in consigli o cure non obbligatorie, soprattutto se il paziente sembra un “portatore di guai”. 

Dare dei consigli e poi sentirsi chiamare in giudizio non deve essere il massimo, in effetti.

Spopola invece il “sicurissimo” fai da te.

Mal di denti? Si naviga su internet ed ecco sbucare forum, blog e quant’altro di conosciutissimi ignoti, spesso senza nessuna conoscenza medica (se non quella “famosa” della nonna), che danno consigli a destra e a manca, sentendosi come Gesù nel Tempio e spacciandosi per grandi dotti da dietro uno schermo.

E se poi una “sclerosi dei piatti vertebrosi” (artrite) viene scambiata per “sclerosi multipla”, non succederà niente, tranne al medico che magari dovrà perdere minuti e minuti a spiegare all’ignaro paziente che ha preso un abbaglio, che magari quelli che gli hanno detto quelle cose da dietro uno schermo , non sono poi questi grandi dotti quali vogliono apparire.

Sembra proprio che i tempi del “modus vivendi” del medico, alta e qualificante missione, il dotto del villaggio e personaggio riverito, siano finiti. Forse sarebbe meglio fare gli avvocati , dare la caccia alla “onnipresente” malasanità italiana e rischiare al massimo di prendersi una buona parcella e il 60% del risarcimento del povero paziente. 

 

Nicolò Patanè (3F)

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