Scherzi e vendette

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Uno scherzo. Risate. Rabbia. Vendetta. Emarginazione. Immaginiamo di mettere le parole in fila una dopo l’altra, quasi come ostacoli sulla via. Dopo lo scherzo si trovano le risate, belle no? Una volta superate quelle però la rabbia si fa sentire e l’idea di vendetta comincia a bruciare nel petto. Poi però c’è un bivio, un bivio fatale che come unica meta ha l’emarginazione.

Quale strada prendere? Purtroppo non si sa né la destinazione dell’una, né quella dell’altra. L’unica soluzione è fidarsi di ciò che si prova, alla fine è sempre quello a fare la differenza, non può essere altrimenti. Essere stessi è insieme problema e soluzione. Il modo di affrontare le situazioni più diverse, alle quali però ci si ritrova davanti più spesso di quanto si pensi, e la risoluzione di problemi che possono sorgere da esse dipende esclusivamente dal temperamento di ognuno di noi. Ciò è particolarmente visibile nei rapporti personali, il modo di reagire influenza la vita di tutti i giorni e, in qualche caso, è anche capace di causare difficoltà non solo a te, ma anche a chi ti sta intorno.

Le risate, così comuni tra i gruppi, qualche volta causano reazioni negative involontarie. A questo punto, però, tutto ciò che accade dipende dal modo di essere della persona soggetta alle risate e alle prese in giro. Qualcuno è capace di affrontare gli scherzi in modo pacifico, passandoci sopra, ignorando i commenti cattivi, senza tuttavia concludere nulla. Forse però non bisogna aspettarsi che la situazione venga risolta, perché è molto difficile riuscire a non essere più il soggetto delle prese in giro. Chi invece reagisce male, si arrabbia e in qualche caso si vendica, è molto lontano dalla risoluzione del problema, soprattutto quando le vendette sono più cattive delle prese in giro. In questi casi, la situazione degenera, portando anche conseguenze molto gravi, incappando qualche volta in violazioni della legge. Dunque, quando la reazione è così eccessiva, si passa da essere vittime di bullismo a essere bulli.

Non si può dire che il primo metodo per rispondere alle risate degli altri sia quello giusto, ma il secondo è di certo il più sbagliato che possa esistere, perché, quando si è colpevoli di reati come diffamazione, la speranza di entrare a far parte del gruppo è ormai minima. La gente perde fiducia, e anche chi non era responsabile degli scherzi comincia a guardare la persona con freddezza, mantenendosi a distanza.

Ormai, l’unica cosa che rimane da fare per vincere l’emarginazione è attendere la reazione degli altri, sperare nel modo di essere degli altri. Sperare che possano lasciar correre.

Isabella Scotti (2L)

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