Speciale Incontri – Un pomeriggio con Roberto Capra

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La copertina del romanzo di Roberto Capra

La copertina del romanzo

 

La carta di un avvocato

 

“I libri servono a capire e a capirsi, e a creare un universo comune anche in persone lontanissime” così disse una volta Susanna Tamaro, famosa scrittrice italiana. Questa citazione ci trasmette immediatamente quello che “SeiZeroNove bis” è. Non si tratta infatti di un semplice libro, ma di una raccolta di vite, esperienze e tematiche che si fondono in ciò che noi chiamiamo romanzo.

In questa creatura letteraria dell’avvocato torinese Roberto Capra, infatti, si legano i pensieri e i sentimenti di circa una decina di personaggi, che l’autore ci presenta molto idealizzati, in modo che rimangano impressi nella nostra immaginazione non come persone in carne ed ossa, ma come concetti astratti.

Si tratta della vicenda dell’ex democristiano De Angeli, che, accusato dello stupro di una ragazzina, sceglie come avvocato difensore Fornari, l’integerrimo professionista che pur di non rinunciare alle sue convinzioni e al suo essere avvocato decide di danneggiare la propria immagine pubblica e mettere in gioco se stesso. In parallelo si aprono diversi scorci sulla vita degli altri personaggi: il giudice donna e le sue difficoltà in un ambiente prevalentemente maschile; il pubblico ministero e l’avvocato dell’accusa, interessati più alla fama individuale che alla reale tutela dei diritti di una persona.

In realtà, il livello di lettura di questo libro è analogo a quello che si adotta quando si legge Calvino o Buzzati, in cui ogni personaggio viene quasi stereotipato, per rendere i messaggi e la vicenda molto più comprensibili e palesi.

Le tematiche trattate sono infatti numerose: la questione dei processi mediatici e dell’influenza che la televisione ha sull’opinione di ogni persona e la conseguente manipolazione e forzatura delle informazioni, ma anche il semplice affetto familiare e il binomio politica- giustizia, ferita da sempre aperta in Italia.

A ciò fa da cornice una splendida Torino, prima estiva e poi invernale, con descrizioni di luoghi noti a tutti noi, che fanno immergere ancor di più il lettore nella storia.

Questa matassa di idee e riflessioni, alternate alle indagini e all’aspetto più “legal thriller” del romanzo, culmina nella straordinaria arringa finale del protagonista e in un finale altrettanto all’altezza. Elementi che rendono il romanzo di Capra diverso da molti altri che, al contrario, non riescono a toccare con sincerità le corde della nostra voglia di riflettere.

Libro leggero, piacevole, interessante ed istruttivo; “sei zero nove bis” è un buon modo per riscoprire la nostra città, riflettere sulla vita e, soprattutto, su noi stessi.

 

Riccardo Tione (3B)

 

La redazione dell'Umbertimes con Roberto Capra

La redazione dell'Umbertimes con Roberto Capra

 

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