Un’intervista doppiamente impossibile

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Ore 16:38; entrano nella stanza, si guardano in cagnesco, si siedono e mi guardano stizziti, quasi sorpresi per la presenza dell’altro.

Intervistatore: “Buonasera, grazie di aver accettato quest’intervista, noto che siete sorpresi di trovarvi entrambi qui. Meglio iniziare subito. Nome?”

Guicciardini: “Francesco Guicciardini”.

Machiavelli: “Niccolò Machiavelli”.

I: “Data e luogo di nascita?”

G: “1483, Firenze”.

M: “1469, Firenze”.

I: “Professione?”

G: “Oltre ovviamente alla mia brillante attività letteraria, iniziai con l’essere ambasciatore di Firenze in Spagna, quindi Governatore di Reggio Emilia, Commissario Generale dell’ esercito Pontificio, Governatore della Romagna…”

M: “Non dimenticare che nel 1527 fosti isolato ed escluso dalla tua vita politica, terminasti in rovina la tua ‘brillante’ carriera”.

G: “Be’, se è per questo, a quel tempo stavi tirando le cuoia, e poi nemmeno tu terminasti la tua carriera tra rose e fiori”.

M: “Brutto figlio di…”

I: “Signori! Per favore, un minimo di controllo!”

(abbassano gli occhi, come due bimbi colti a rubare biscotti)

I: “Dunque, sig. Machiavelli, cosa ha fatto nella sua vita?”

M: “Ordunque, oltre allo scrivere trattati e commedie di successo, fui magistrato dei ‘Dieci di Libertà e Pace’ per ben 14 anni. Era importante il mio incarico, sa? Seguii la riconquista di Pisa, stetti alcuni mesi addirittura alla corte del Re di Francia, o al cospetto del Duca Valentino, nonché fui più di una volta inviato a Roma…”

G: “Dopodiché anche tu ti allontanasti (coattamente, sia chiaro) dalla politica”.

I: opera d’arte preferita?

G: “Laocoonte e i suoi figli” perché dimostra come l’uomo nonostante tutta la virtù e l’impegno possibile, alla fine non abbia scampo di fronte alla fortuna. Laocoonte aveva intuito il cavallo di troia, ma nonostante ciò, un mostro marino distrusse lui e la sua famiglia, mentre la sua patria sarebbe stata distrutta dagli Achei poco dopo.

M: “Il bacio di giuda”, Giotto, sicuramente. Perché rappresenta come l’astuzia possa permettere tutto. Persino imprigionare e uccidere il signore. Giuda sa adattarsi alle situazioni a volgerle in proprio favore: non solo ha evitato a tortura o peggio da parte dei Romani ma ha persino ottenuto 30 denari. Insomma è chiaro che basta essere pronti, e la fortuna sarà sempre un vento in poppa

I: “Se doveste scegliere una novella del Decameron di Boccaccio, quale scegliereste?

G: Landolfo Rufolo, II giornata. Spiega molto bene come l’uomo che non assecondi la fortuna vada in rovina. E che come è andato in rovina con un cambio di tendenza della fortuna, egli può tornare a godere e gioire; il povero Landolfo è un un uomo molto intraprendente e attivo, ma nonostante questo (caro Niccolò), la fortuna si fa beffa di lui diverse volte, pur premiandolo alla fine”

M: “Sei sempre il solito disfattista, se tutti facessimo come te, il Ducato non andrebbe avanti; bisogna agire”

G: “A parte che il ducato non esiste più, on siamo certo noi che possiamo far girare il Sole, è la fortuna che permette tutto”

M: “Stai forse insinuando che l’impero romano è stato creato dalla fortuna? No no, caro mio, ti sbagli.

Sono gli uomini, i politici, i comandanti a metterlo in piedi: prendi Fabio massimo per esempio. Se non avesse capito come le cose stavano andando e non si fosse comportato di conseguenza, avrebbe mai potuto sconfiggere Annibale?”

G: “E non è forse la Fortuna che ha messo nelle qualità di Fabio Massimo quella di temporeggiare? E non è forse la fortuna che gli ha permesso di attuare le sue strategie?

M: “Ma…ma questo che c’entra?”

I: “Signori vi prego! Torniamo alla domanda , a lei rispondere, Sig. Machiavelli”

M: “Uhm … direi Andreuccio da Perugia, volendo restare sempre nella II giornata. Perché come il caro Francesco dovrà ammettere, l’industria e l’azione sono fondamentali e colui che impara ad adattarsi e cogliere le occasioni, alla fine uscirà vincitore , anche se dovrà ricorrere talvolta a metodi non moralmente retti e onesti. Ma tanto è solo una questione di Fortuna, nevvero Francesco?”

G: “Questo è troppo! Ringrazia solo che siamo già morti, o ti avrei già preso a botte.”

I: “Ma insomma! Basta comportarsi come due bambini! Avete più di cinquecento anni!”

G: “Scusi”

M: “Mi perdoni ma è lui che …”

I: “Basta!”

M: “Scusi”

I: “Chiudiamo qui o posso fidarmi a fare una domanda più provocante?

G: “Per me non ci sono problemi”

M: “Faccia, faccia!”

I: “Qual è il peggior difetto dell’altro?”

G: “E’ un utopista e a volte incoerente. Cerca risposte nel passato, come se non sapesse che il passato è appunto, passato e che quindi le cose sono diverse, Pretende di guardare le cose come sono effettivamente e poi si perde in esempi inutili e poco calzanti

M: “E’ una persona Totalmente arrendevole e disfattista, non crede nelle capacità dell’uomo e lo spinge all’inattività. Cosa per altro incoerente per un che si presenta come uomo politico.”

I: “Va bene. Grazie mille per essere venuti e per avere risposto alle mie domande, vi auguro una buona giornata.”

G: “Buona giornata anche a lei.”

M: “Grazie a lei, i giorni sono noiosi se non si fa nulla.”

Escono insieme, spintonandosi. Saranno anche dei grandi della Letteratura, ma in fin dei conti … quasi due bambini.

 

Eugenio Troìa (4C)

 

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