Vita in Convitto: intervista a Laura Morelli e Victoria Viker

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Convitto Nazionale Umberto ICome è iniziata l’esperienza del primo anno come convittrice?
Victoria: “Il primo giorno sembarava tutto perfetto, perché anche se non ci conoscevamo ancora, ci siamo trovati bene, ci si aiutava l’un l’altro e soprattutto non c’era ancora la scuola, perciò si usciva fino a notte fonda.”
Laura: “Al contrario di Victoria il primo giorno mi nascondevo, non sapevo con chi parlare, cosa dire, mi trovavo a disagio insomma. Successivamente mi sono adeguata e mi sono fatta moltissime amiche.”
Come hai trovato le stanze e il fatto di stare da sola senza i genitori?
Victoria: “Sicuramente le stanze sono piccole ma ben fornite; abbiamo il problema di alcuni ragazzi che fanno i furbetti e spesso rubano alcuni oggetti. Inoltre il fatto di non stare più con i miei genitori mi ha fatto capire che devo diventare autonoma, quindi sono contenta. Al contrario molte volte sento la nostalgia.”
Laura: “Per me questo ha significato cambiare completamente il mio stile di vita. A Barcellona infatti ero costantemente servita e riverita, mentre qua non c’è nessuno che ti dice cosa fare, te la devi cavare da sola.”
Cosa hai imparato a fare autonomamente qui in convitto?
Victoria: “Quando ero con i miei genitori molte cose le facevo già per conto mio, ma non ero mai stata in un luogo diverso da casa mia, con due altre ragazze nella mia camera. Proprio per questo fatto ho dovuto anche imparare ad accettare non solo le mie idee ma anche quelle delle mie coinquiline”.
Laura: “Il primo problema che ho dovuto risolvere è stato quello dell’ordine, dato che a Barcellona quel compito spettava solitamente a mia madre. Inoltre ho dovuto capire che dovevo alzarmi da sola, senza la mamma.”
Qual’è il rapporto tra di voi?
Victoria: “In generale sereno. Con Laura sono stata strettamente legata sin dal primo giorno; certo, ogni attimo sbocciano litigi per le cause più disparate, ma immediatamente facciamo pace.”
Laura: “Victoria è la mia migliore amica, perciò il rapporto è buono, anche se i litigi per motivi inutili certamente non mancano, soprattutto di sera.”
Raccontaci una tipica serata al convitto dopo la scuola…
Victoria: “Dopo essere tornati dalle classi, ci si rilassa un attimo e alle 8.30 c’è la cena. Alla fine di quest’ultima facciamo un’attività serale un po’ strana, perchè giochiamo a pallavolo o a basket nei corridoi, fino a quando alle 10.30 si va a dormire .”
Laura: “Quando finiamo di cenare si va nell’atrio e ci si diverte fino alle 11. Dopo gli educatori spediscono tutti nelle rispettive camere e ci si prepara ad una nuova giornata di scuola.”
Quali sono i tuoi programmi futuri?
Victoria: “Penso di restare qui per tutti i cinque anni, malgrado bocciature, e poi mi trasferirò in Svizzera, dove i miei stanno traslocando.”
Laura: “Io sono stata mandata qui su consiglio di un’amica di mia madre, perciò dopo avere avuto la conferma che è un bell’ambiente credo di volere trascorrere qui molto tempo. Magari potrei restare anche dopo, vivendo con mio fratello maggiore che studia al Politecnico. Quando ero a Barcellona non andavo per niente d’accordo con i compagni di classe e la città non mi esaltava granché mentre a Torino c’è sempre un’atmosfera particolare e per me è più bella.”
Un’impressione finale del Convitto per concludere  …
Victoria: “Ho avuto un giudizio molto positivo sulla scuola e, vivendo in un paesino sperduto vicino a Torino, dove non ci sono licei, sono voluta venire qui. Una volta arrivata, ho avuto impressioni migliori di quanto mi aspettassi. Ognuno crede che stare da soli senza i genitori sia complicato, ma in realtà è un modo diverso per socializzare e a diventare autonomi.”
Laura: “Penso che il Convitto sia una scuola di vita. Ad esempio da quando sono arrivata qui non avevano ancora installato le televisioni; subito eravamo terrorizzati, ma dopo ci siamo dovuti rimboccare le maniche e ci siamo arrangiati con altre forme di divertimento.”

Luca Ferraro e Alessia Biano (1F)

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