Arrivare per partir correndo

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BRAOPablo Neruda: ognuno di noi ha già sentito questo nome. Coloro che sono appassionati di cinema penseranno ad un maestro di vita che scruta il mare da una terrazza del Sud Italia; altri alla poesia della libertà e dell’amore; altri ancora alla storia cilena; alla rivoluzione; alla politica.

Ma perché, a cinquant’anni dalla sua morte, quest’uomo è ancora ricordato dagli italiani? Cosa legava Neruda al nostro paese? Perché, quando sento “Pablo Neruda”, penso ad un treno?

C’è una storia molto intrigante da raccontare sul poeta, che si intreccia con quella dell’Italia nella seconda parte della sua vita: nel caldo giugno del 1962 si trovava a Milano davanti alle vetrine della libreria Garzanti, quando adocchiò un angolo dedicato alle edizioni Tallone e volle subito conoscerne il fondatore, Alberto. Atteso il giorno seguente ad Alpignano per il pranzo, alle due del pomeriggio Neruda non si era ancora visto. La pasta era scotta, la famiglia Tallone in ansia. Poi, per caso, il poeta fu notato in giardino. Racconta Elisa Tallone, nipote di Alberto: “giocava come un bambino, poiché aveva visto la locomotiva, era salito e non voleva assolutamente scendere senza aver almeno una foto come ricordo.” 

Era figlio di un “marinero itierra”, ossia di un uomo che, nel Cile umido e spesso dimenticato di quegli anni, era incaricato di tenere pulite le ferrovie, che altro non erano che massi accantonati ai lati di vie sporche e trascurate. Era quindi legato ai treni da sempre, ma, se da una parte è proprio del poeta amare il viaggio lento degli uomini liberi, dall’altra rappresentava per lui il viaggio forzato, di chi va in guerra e non sa se tornerà mai. Quando assisterà all’aumento delle macchine e alla fine dell’era dei vagoni, Neruda scriverà “e quando guardai indietro pioveva/si perdeva la mia infanzia” (El Tren Nocturno).  

Così si creò un legame molto forte con “los Tallones, nuestros corazones”, così tanto da dedicare addirittura una poesia alla memoria dell’amico. Il poeta morirà a distanza di pochi mesi da Alberto, nel settembre del 1973, poco dopo l’ascesa al potere di Pinochet. Sarà permesso alla casa editrice Tallone di pubblicare “I Materiali” tradotto in italiano e con un ottavo capitolo: sarà dedicato all’Italia, ad Alpignano ed alla sua locomotiva, a cui saranno “lasciate in eredità” tutte le bozze di Neruda, perché “possa sbuffare vapore ancora una volta, bruciando le parole dell’uomo”.

Stella Camilla Brao

Tengo a ringraziare il Circolo dei Lettori di Torino per la conferenza che si è tenuta giovedi 21 settembre – con Elisa ed Eleonora Tallone e Paola Roman – in quanto ha permesso di scoprire una nuova faccia del poeta, sconosciuta a molti.

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