“La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano

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La lettura non è sempre stato il mio forte. Lo so. Già da piccolo trovavo difficoltà a leggere un semplice libro per più di mezz’ora. Col tempo poi, non so se per abitudine oppure perché sono cresciuto o magari perché ho iniziato ad apprezzare un po’ di più la lettura, ho iniziato a leggere più libri di mia volontà: iniziando da quelli con argomenti semplici per poi arrivare a quelli più complessi e che meritavano più attenzione. Ma anche se mi sono dedicato sempre di più a questa passione, trovo sempre difficile trovare un libro che mi possa sorprendere, farmi vivere dei momenti solo grazie a delle semplici lettere nere stampate su di una pagina bianca, catturare la mia mente, il mio cuore e i miei occhi.

Questo mi é accaduto durante tutta la lettura del libro con cui esordì Giordano. La storia mi ha letteralmente rapito facendomi vedere con nitidezza ciò che vivevano e pensavano i protagonisti. Ciò che mi ha colpito erano soprattutto i pensieri di Mattia, il personaggio principale, che a volte coincidevano con i miei provocandomi terrore ma allo stesso tempo conforto perché sentivo di non essere l’unico a vederla in questo modo. Perfino il comportamento e le sue azioni mi colpiscono tutt’ora, facendomi riflettere e pensando cosa avrebbe fatto lui se fosse stato al mio posto. Questo libro mi ha permesso di capire ciò che contraddistingue gli adolescenti dal mondo degli adulti; infatti ogni personaggio ha delle caratteristiche proprie e io come lettore, ma anche come adolescente, mi sono rivisto in lui.

 

Lorenzo Levrino (3F)

 

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