Il grande assedio di Costantinopoli

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Immagine articolo ColucciCostantinopoli, oggi conosciuta come Istanbul, in passato fu una delle città più importanti del mondo: capitale del millenario Impero Romano d’Oriente, o Bizantino, fu uno dei principali centri culturali e religiosi. Prima di arrivare alla sua caduta, però, andiamo a riassumere in breve la sua storia: la città fu fondata nel 667 a.C. dai coloni greci col nome di Bisanzio (Byzantion in greco antico) e venne conquistata dai Romani nell’86 a.C. Nel 330 d.C. Bisanzio venne rifondata col nome di Costantinopoli dall’allora imperatore romano Costantino I, che la chiamò anche Nuova Roma (Nova Roma in latino). La città, rinnovata e maestosa, venne quindi resa la capitale dell’Impero Romano fino al 395, quando l’imperatore Teodosio morì lasciando i suoi domini divisi a metà tra Impero d’Occidente e Impero d’Oriente. Costantinopoli divenne capitale di quest’ultimo e sarebbe rimasta come tale per i successivi 1058 anni. Durante la sua storia millenaria, Costantinopoli visse moltissimi eventi: dalla riconquista dell’Occidente di Giustiniano I fino allo scisma d’Oriente; dalle crociate alla fine del Medioevo. L’anno cruciale fu il 1453, quando l’Impero Bizantino finì. L’imperatore Costantino XI Paleologo si trovò a dover fronteggiare i Turchi Ottomani guidati dal sultano Maometto II, il cui impero aveva ridotto l’estensione dei territori bizantini al Peloponneso e alla città di Costantinopoli. Maometto II, appena diciannovenne, era intenzionato a mettere una volta per tutte la parola fine alla presenza bizantina conquistando la grandiosa città sul Bosforo; dunque, preparò minuziosamente ogni dettaglio per l’assedio. Gli ottomani avrebbero usato per la prima volta delle armi da fuoco in una guerra, dei giganteschi e rudimentali cannoni forniti da ingegneri ungheresi, allo scopo di abbattere le gigantesche e numerose cinte murarie che proteggevano Costantinopoli. Dall’altra parte, Costantino XI cercò disperatamente aiuto in tutta Europa, ma con scarsi risultati a causa della contrapposizione tra cristiani ortodossi (che ancora oggi rappresentano la maggioranza in Grecia e nel resto dei Balcani) e quella cattolica. Tra i pochi regni a rispondere vi furono le Repubbliche marinare di Venezia e Genova ma solo quest’ultima inviò aiuti concreti, che consistevano in guarnigioni di truppe ben addestrate e guidate da Giovanni Giustiniani Longo. L’assedio iniziò ufficialmente intorno al 2 aprile, quando le truppe ottomane si presentarono a poca distanza dalle mura di Costantinopoli, davanti ad una città terrorizzata. Qualche giorno dopo gli Ottomani impiegarono anche la loro flotta, costituita da centinaia di navi da guerra. A proteggere la città, dal lato non bagnato dal mare, sfruttato da Maometto II per l’assalto, vi era un largo fossato seguito da due cinte murarie. Uno dei momenti più leggendari dell’assedio è rappresentato da un’impresa della flotta ottomana: per aggirare l’insenatura del Corno d’Oro, allora protetta da un’enorme catena a difesa della parte più esposta della città, i Turchi costruirono una colossale passerella in legno, recuperato dalle foreste intorno alla città, sulla quale fecero passare tutta la loro flotta. Di fronte a questa strategia la città andò nel panico più totale, poiché una profezia narrava che Costantinopoli sarebbe caduta solo “quando le navi avessero navigato sulla terra”. Nonostante l’impresa, che faceva ormai apparire la flotta ottomana come invincibile, i Bizantini e gli alleati italiani non si arresero: una flottiglia di rinforzi riuscì a oltrepassare quello che ormai era un blocco navale ottomano sul Corno d’Oro, fornendo ulteriori forze e provviste ai difensori e, quindi, risollevando loro il morale. Nei giorni seguenti i veneziani tentarono di organizzare un attacco navale contro i Turchi: una flottiglia mista di veneziani e genovesi, capeggiata dal veneziano Giacomo Cocco, tentò un attacco a testa bassa contro la flotta ottomana, che però non si fece trovare impreparata – poiché messa in allarme da spie genovesi – e sconfisse i nemici. A questo punto Maometto II tentò l’assalto finale via terra: gli Ottomani avevano ormai una superiorità schiacciante sui Bizantini; quindi, un attacco con tutte le truppe avrebbe messo alle strette gli avversari in poco tempo. Il sultano, quindi, rinforzò ulteriormente il suo esercito per poter terminare finalmente uno stancante assedio durato ormai quasi due mesi. Mentre gli Ottomani si preparavano, oltre le mura, i Cristiani celebrarono nella basilica di Santa Sofia l’ultima messa nella notte del 28 maggio, in un’atmosfera di sconforto, disperazione e terrore. Costantino XI era esausto, tentò di pagare ulteriori rinforzi in qualsiasi modo, arrivando persino a spogliare di ogni bene le chiese della città, mentre i suoi uomini raccattavano qualsiasi cosa che avessero davanti per tentare di riparare le danneggiate cinte murarie. Il giorno dopo, il 29 maggio 1453, gli Ottomani iniziarono l’assalto finale: attaccarono la Porta d’Oro, l’ingresso principale della città, nella sua parte più debole. I Turchi procedettero con tre ondate, all’ultima delle quali presero parte i giannizzeri, le celebri truppe d’élite ottomane7. Costantino XI raccolse le sue migliori truppe e entrò in combattimento, battendosi con valore e resistendo ai Turchi. Giovanni Giustiniani fu ferito più volte negli scontri, per poi essere portato via in nave dalle sue truppe in ritirata dalla città. Dopo la scomparsa di Giustiniani, l’esercito bizantino cadde nel panico. Costantino XI, ormai consapevole dell’imminente sconfitta, tentò un assalto alle truppe ottomane: radunò i suoi soldati e alcune guarnigioni alleate e si lanciò verso le schiere nemiche, scomparendo per sempre nella mischia. La mattina dopo, quando i Bizantini furono definitivamente sconfitti, i Turchi iniziarono i saccheggi e orrendi atti furono compiuti verso la popolazione civile, che fu decimata in poco tempo. Ogni segno della presenza cristiana a Costantinopoli venne profanato e distrutto in poco tempo. Le razzie furono fermate dopo un giorno da Maometto II, accortosi che la situazione stava iniziando a sfuggire di mano. Qui si conclude la storia di uno dei momenti più epici di tutta la storia antica, un evento ricco di violenza, leggende e superstizioni.

Costantinopoli, oggi chiamata Istanbul, è la città in assoluto più grande d’Europa ed è estesa su ben due continenti, ed è inoltre un importantissimo crocevia commerciale. Sono passati 569 anni e Nova Roma, nonostante la conquista da parte dei Turchi, non ha mai perso il suo splendore, rimanendo una città leggendaria la cui storia e importanza, sotto vari punti di vista, la rendono una delle città più gloriose del mondo.

Cristiano Colucci

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