C’era una volta … Eluana Englaro

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 Eluana era una ragazza come tante, brillante e piena di vita; 17 anni fa un incidente la rende diversa: entra in un coma vegetativo permanente, dal quale nessuno fino ad oggi si è mai risvegliato.

I genitori, ed in particolare il padre, coscienti che la figlia non c’è più, iniziano una battaglia legale per dare dignità almeno alla sua morte. Dopo varie sentenze, finalmente ad ottobre del 2008 la Corte Costituzionale si è pronunciata affermando che l’alimentazione forzata non può essere considerata una terapia, che la si può sospendere in modo graduale e consentire ad Eluana di lasciare la sua “non vita”. Nonostante varie sentenze emesse dalla Magistratura, si scatena un’opposizione forte nei confronti di Peppino Englaro, che da parte di alcuni esponenti della Chiesa Cattolica e del Governo viene addirittura etichettato come “assassino”. Ma come si può considerare assassino un padre che da 17 anni con amore si prende cura di una figlia? Sicuramente non tutti possono essere d’accordo sulla decisione presa da Peppino Englaro; allora il compito di un buon governo serio sarebbe quello di fare una legge sul testamento biologico, in grado di tutelare tutti i cittadini allo stesso modo e che non intervenga nel modo in cui è intervenuto, proponendo invece una legge che tuteli solo quelli che vogliono essere tenuti in vita anche se in stato vegetativo.

E’ qui entra in gioco la Chiesa Cattolica, che ha fomentato un vero scontro tra chi, credente, mette al centro dell’esistenza Dio e gli altri, agnostici, laici e credenti di buon senso, che invece pongono l’uomo al centro della vita. In una società civile tutti possono esprimere le proprie idee sulla vita e sulla morte, ma il problema è che l’Italia pare non essere uno Stato laico, come è scritto nella Costituzione. Nessuno, compresa la Chiesa Cattolica, dovrebbe creare il putiferio che ha creato, permettendo ad Eluana di morire dignitosamente e a suo padre di vivere questo immenso dolore con serenità. La Chiesa, come in altre occasioni, si è rivelata “integralista”; forse più integralista degli islamici che tanto critica.

Miriam Campo (1c)

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